Il termine ontogenetico, si
riferisce alla vita embrionale dell'individuo e si parla di <<malattie
equivalenti>> perché non solo i tumori, ma tutte la malattie, si
comportano secondo l'enunciato delle cinque leggi.
La ragione di tutti i comportamenti
biologici, risale alla notte dei tempi e comincia con l'apparizione della prima
cellula sul nostro pianeta.
Abbiamo già detto che l'uomo, non sarebbe
potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello
programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di
ostacoli che, nel corso dei millenni, si sono presentati sul cammino della sua
evoluzione. Una volta superato l'ostacolo, la soluzione è trasmessa alle
generazioni future: nei primi due mesi di
vita intrauterina, il feto incarna tutta questa memoria dall'inizio della vita
ad oggi.
Prima tappa dell’evoluzione
La cellula, per continuare, deve
respirare, mangiare, eliminare e riprodursi. Col passare dei secoli, la nostra
cellula si associa ad altre cellule e diventa un organismo pluricellulare
adattandosi così alle situazioni contingenti.
Se per esempio, esso vive in un luogo dove
l'ossigeno scarseggia, entra in una fase di stress e trova la soluzione al
problema moltiplicando le cellule specializzate nella respirazione. Creerà una
specie di tumore, una proliferazione cellulare. Dunque a questo stadio della
vita, la sopravvivenza è assicurata da un aumento delle cellule là dove è
necessario e l'ordine di proliferazione è impartito da una struttura cerebrale
arcaica che diverrà il tronco cerebrale.
Ciò che avviene nel ventre materno, in
qualche modo, ripercorre tutti gli stadi dell'evoluzione, tant'è vero che, nel
corso del suo sviluppo, l'embrione sembrerà di volta in volta un'ameba, un
girino, ecc.
Che cosa ha ereditato l'uomo moderno dalla
prima tappa dell'evoluzione della vita sulla Terra? Quali sono gli eventi
conflittuali? Sono conflitti che riguardano il cosiddetto <<boccone!>> Un boccone di cibo,
d'aria, un boccone da espellere, un boccone in senso figurato (nutrirsi,
respirare, eliminare). Quando l’uomo si sente crollare tutto addosso, il
cervello trattiene i liquidi. Per quanto riguarda la funzione riproduttiva, i
conflitti interesseranno l'endometrio e parte della prostata.
Seconda tappa dell'evoluzione
Qui assistiamo al passaggio degli
organismi viventi dall'ambiente acquatico a quello terrestre. Ora deve
proteggersi dal nuovo mondo che lo circonda: là dove sarà aggredito dai raggi
solari, il cervello produrrà un ispessimento delle membrane per evitare di
morire bruciato. Nel ventre materno, l'embrione continua a perfezionarsi
irrobustendo tutte le membrane: derma, pleura, peritoneo, pericardio.
Quali tracce psichiche rimarranno
registrate nella memoria dell'uomo moderno? Tutti i conflitti che riguardano la
<<paura>> di essere aggrediti, di subire un'aggressione contro
l'integrità fisica all'altezza del torace (mesotelioma pleurico), della cavità
addominale (mesotelioma peritoneale), del cuore (mesotelioma del pericardio).
Fanno ancora parte tutti i conflitti concernenti il sentirsi in qualche modo
<<colpiti nella propria integrità
morale, insozzati>>: attacchi vissuti sulla pelle che daranno luogo a
melanomi. La pelle è la parte del nostro corpo che per prima entra in contatto
con gli altri individui.
Terza tappa dell'evoluzione
Per il nostro piccolo organismo è ora di
muoversi, esplorare l'ambiente circostante. Dovrà quindi sviluppare uno
scheletro, dei muscoli e dei tendini. Ma se il mondo verso il quale tende (la
terra) non è migliore di quello dal quale proviene (l'acqua), deciderà di
tornare indietro e dovrà quindi <<perdere
gli organi>> che aveva espressamente sviluppato: dovrà fare una lisi
(riduzione cellulare, necrosi), perdere sostanza.
Nel ventre materno comincia nel momento in
cui compare il sistema osseo e muscolare. Questa fase corrisponde allo sviluppo
del proprio valore. Qui i conflitti sono di <<svalutazione di sé>> (osteoporosi).
Quarta tappa dell'evoluzione
E’ una tappa che va a
esplicare con precisione tutte le tappe precedenti, il passaggio da: <<mi
sposto sulla superficie e mi misuro con il nuovo ambiente>> a <<entro
in comunicazione con altri individui>>. Si affinano gli organi
sensoriali: sul piano psichico assistiamo a una proiezione di sé in un ambiente
sempre più vasto e complesso.
Se ho paura di morire, la soluzione
biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere
più aria e sopravvivere, insomma una proliferazione cellulare, un cancro ai
polmoni. Se invece <<mi tolgono il fiato>>, <<mi manca il
respiro>>, ossia un conflitto dipendente dal mio rapporto con gli altri,
la soluzione sarà quella di ulcerare i bronchi affinché passi più aria.
Mentre se il conflitto è legato a dover
andare allo stesso tempo in due direzioni diverse e non sappiamo cosa decidere,
la soluzione biologica è la paralisi delle gambe (blocco funzionale).
In sintesi: al verificarsi di un conflitto
inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si
esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico:
- a livello mentale c'è uno stato di
stress permanente;
- a livello cerebrale si palesa
con un corto circuito, in una specifica area del cervello;
- a livello organico avviene la
proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora
un blocco funzionale (paralisi).
L'eliminazione del conflitto è la chiave di volta che permette di
passare alla fase di riparazione.