giovedì 6 dicembre 2012

TERZA LEGGE BIOLOGICA: Il sistema ontogenetico dei tumori e delle malattie equivalenti.



      Il termine ontogenetico, si riferisce alla vita embrionale dell'individuo e si parla di <<malattie equivalenti>> perché non solo i tumori, ma tutte la malattie, si comportano secondo l'enunciato delle cinque leggi.
     La ragione di tutti i comportamenti biologici, risale alla notte dei tempi e comincia con l'apparizione della prima cellula sul nostro pianeta.
     Abbiamo già detto che l'uomo, non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che, nel corso dei millenni, si sono presentati sul cammino della sua evoluzione. Una volta superato l'ostacolo, la soluzione è trasmessa alle generazioni future: nei primi due mesi di vita intrauterina, il feto incarna tutta questa memoria dall'inizio della vita ad oggi.

Prima tappa dell’evoluzione
     La cellula, per continuare, deve respirare, mangiare, eliminare e riprodursi. Col passare dei secoli, la nostra cellula si associa ad altre cellule e diventa un organismo pluricellulare adattandosi così alle situazioni contingenti.
     Se per esempio, esso vive in un luogo dove l'ossigeno scarseggia, entra in una fase di stress e trova la soluzione al problema moltiplicando le cellule specializzate nella respirazione. Creerà una specie di tumore, una proliferazione cellulare. Dunque a questo stadio della vita, la sopravvivenza è assicurata da un aumento delle cellule là dove è necessario e l'ordine di proliferazione è impartito da una struttura cerebrale arcaica che diverrà il tronco cerebrale. 
     Ciò che avviene nel ventre materno, in qualche modo, ripercorre tutti gli stadi dell'evoluzione, tant'è vero che, nel corso del suo sviluppo, l'embrione sembrerà di volta in volta un'ameba, un girino, ecc.
     Che cosa ha ereditato l'uomo moderno dalla prima tappa dell'evoluzione della vita sulla Terra? Quali sono gli eventi conflittuali? Sono conflitti che riguardano il cosiddetto <<boccone!>> Un boccone di cibo, d'aria, un boccone da espellere, un boccone in senso figurato (nutrirsi, respirare, eliminare). Quando l’uomo si sente crollare tutto addosso, il cervello trattiene i liquidi. Per quanto riguarda la funzione riproduttiva, i conflitti interesseranno l'endometrio e parte della prostata.

Seconda tappa dell'evoluzione
     Qui assistiamo al passaggio degli organismi viventi dall'ambiente acquatico a quello terrestre. Ora deve proteggersi dal nuovo mondo che lo circonda: là dove sarà aggredito dai raggi solari, il cervello produrrà un ispessimento delle membrane per evitare di morire bruciato. Nel ventre materno, l'embrione continua a perfezionarsi irrobustendo tutte le membrane: derma, pleura, peritoneo, pericardio.
     Quali tracce psichiche rimarranno registrate nella memoria dell'uomo moderno? Tutti i conflitti che riguardano la <<paura>> di essere aggrediti, di subire un'aggressione contro l'integrità fisica all'altezza del torace (mesotelioma pleurico), della cavità addominale (mesotelioma peritoneale), del cuore (mesotelioma del pericardio). Fanno ancora parte tutti i conflitti concernenti il sentirsi in qualche modo <<colpiti nella propria integrità morale, insozzati>>: attacchi vissuti sulla pelle che daranno luogo a melanomi. La pelle è la parte del nostro corpo che per prima entra in contatto con gli altri individui.

Terza tappa dell'evoluzione
     Per il nostro piccolo organismo è ora di muoversi, esplorare l'ambiente circostante. Dovrà quindi sviluppare uno scheletro, dei muscoli e dei tendini. Ma se il mondo verso il quale tende (la terra) non è migliore di quello dal quale proviene (l'acqua), deciderà di tornare indietro e dovrà quindi <<perdere gli organi>> che aveva espressamente sviluppato: dovrà fare una lisi (riduzione cellulare, necrosi), perdere sostanza.
     Nel ventre materno comincia nel momento in cui compare il sistema osseo e muscolare. Questa fase corrisponde allo sviluppo del proprio valore. Qui i conflitti sono di <<svalutazione di sé>> (osteoporosi).

Quarta tappa dell'evoluzione
E’ una tappa che va a esplicare con precisione tutte le tappe precedenti, il passaggio da: <<mi sposto sulla superficie e mi misuro con il nuovo ambiente>> a <<entro in comunicazione con altri individui>>. Si affinano gli organi sensoriali: sul piano psichico assistiamo a una proiezione di sé in un ambiente sempre più vasto e complesso.
     Se ho paura di morire, la soluzione biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere più aria e sopravvivere, insomma una proliferazione cellulare, un cancro ai polmoni. Se invece <<mi tolgono il fiato>>, <<mi manca il respiro>>, ossia un conflitto dipendente dal mio rapporto con gli altri, la soluzione sarà quella di ulcerare i bronchi affinché passi più aria.
     Mentre se il conflitto è legato a dover andare allo stesso tempo in due direzioni diverse e non sappiamo cosa decidere, la soluzione biologica è la paralisi delle gambe (blocco funzionale).
     In sintesi: al verificarsi di un conflitto inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico:
-  a livello mentale c'è uno stato di stress permanente;
- a livello cerebrale si palesa con un corto circuito, in una specifica area del cervello;
- a livello organico avviene la proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora un blocco funzionale (paralisi).

L'eliminazione del conflitto è la chiave di volta che permette di passare alla fase di riparazione.

Nessun commento:

Posta un commento